Tutti sappiamo l’origine delle Cassatelle di Sant’Agata, del Cannolo di Ricotta oppure dell’Arancin*, ma riusciresti ad abbinare queste 7 prelibatezze tipiche della Sicilia, ai suoi luoghi di origine?
Mettiti alla prova e vediamo quanto ne sai. Ricorda però che questo è un gioco a tempo, quindi hai 60 secondi in totale per abbinare più delizie possibili!
È un piatto dalle origini povere: originariamente veniva preparato solo una volta alla settimana, ora si prepara soprattutto per la vigilia di Natale. La scaccia si presenta come una sorta di focaccia ripiena, la cui pasta viene tirata sottilmente e poi farcita e ripiegata su se stessa
L’origine del piatto rispecchia i natali del compositore operistico Vincenzo Bellini, la cui Norma sembra essere l’ispirazione più accreditata per il nome dato a questa coloratissima pasta. Il formato canonico sono i maccheroni che vengono conditi con melanzane fritte, pomodoro fresco, ricotta salata e basilico.
Chiamata anche a palina o paoluta, sembra abbia lo zampino dei frati del Monastero di San Francesco di Paola. I protagonisti sono i bucatini con il cavolfiore verde. Queste le basi. Poi le aggiunte che richiamano la cucina medievale, come pinoli, uva passa, zucchero, cannella e chiodi di garofano. Un ottimo primo piatto vegetariano che può essere reso più saporito con l’aggiunta di filetti di acciuga.
A differenza di quello classico magrebino, che prevede ingredienti di terra quali carne e verdure, quello siciliano ha come co-protagonista il pesce da zuppa: esemplari come scorfano, gallinella, dentice e pesce San Pietro vengono fatti bollire nel brodo che, a fine cottura, verrà filtrato per essere incorporato nella semola. A parte vengono serviti i pezzi di pesce, di solito “fatti girare” in tavola attraverso un lungo e stretto piatto da portata: attenzione, è una lotta a rischio infilzo per accaparrarsi i bocconi migliori!
Lo stocco (altrimenti detto alla ghiotta) è uno stufato di pesce per cui bisogna avere molta pazienza. Bisogna infatti dare il tempo alle carni rigide di ammollarsi prima e di arrendersi poi all’abbraccio caldo di tutti gli altri ingredienti. La ricetta tradizionale prevede patate, pomodoro, cipolla, sedano, olive e l’immancabile tocco siciliano di uva passa, pinoli e capperi. Munitevi di pane perchè ci sara da scarpettare.
Il Taganu (o Tianu) è un piatto barocco. Ricorda, per ricchezza di ingredienti e complessità, la sontuosa pasta al forno descritta da Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Si consuma solitamente il sabato di Pasqua ed è una sorta di torta di pasta composta da strati di pasta, ragù di carne, uova e tuma, che la cottura al forno fonde ed uniforma. Una gioia per tutti i palati. La parola Taganu indica il tegame di terracotta che un tempo veniva utilizzato per la cottura. Questo, a cottura ultimata, veniva rotto per liberare e gustare il contenuto.
Anticamente durante il periodo di carestia riempivano lo stomaco dei contadini. Adesso è un dolce di tradizione tipico rivalutato per il periodo natalizio. Si tratta di un impasto di pasta frolla, steso a sfoglia e farcito con un ripieno che varia a seconda delle zone in cui viene preparato. Gli ingredienti variano, così come anche la forma, le decorazioni ed il nome. Si conservano bene e senza perdere la loro fragranza. Inoltre possono essere gustati per diversi giorni dopo la preparazione.